Non si ingrassa fra Natale e Capodanno…ma fra Capodanno e Natale!
Queste parole mi furono dette molti anni fa quando studiavo ancora all’università e da allora continuo a stupirmi di quanta saggezza sia racchiusa in una frase così semplice e solo in apparenza banale.
Queste stesse parole hanno salutato l’anno appena concluso e sono una sorta di monito per l’anno appena iniziato.
Il significato che sta dietro è molto chiaro: non è un periodo limitato nel tempo di giorni di festa a creare situazioni di sovrappeso ma le abitudini che abbiamo nella nostra quotidianità.
Nel momento in cui facciamo proprio questo concetto e mettiamo in pratica un vero e proprio restyling delle nostre abitudini avremo la possibilità di guardare l’alimentazione e il peso corporeo con occhi diversi.
1)Prima riflessione
Essere consapevoli
La consapevolezza di avere delle abitudini poco sane o equilibrate è già un buon punto dal quale ripartire. C’è differenza fra vera consapevolezza e una riflessione superficiale; la prima è profonda ed è motore di un cambiamento duraturo nelle proprie abitudini e forma mentis. La seconda è quella che porta ad intraprendere l’ennesima avventura dietetica che potrà avere anche buoni effetti sul breve periodo ma che, sul lungo periodo, saranno destinati a perdersi.
2)Seconda riflessione
Essere flessibili
Se non siamo disposti a cambiare alcunché delle nostre abitudini e ad esplorare nuove soluzioni difficilmente riusciremo ad ottenere buoni (e duraturi) risultati! Si rende necessario fare questa riflessione: se tali abitudini hanno portato ad avere un tipo di risultato è impossibile pensare che le stesse identiche abitudini possano dare risultati differenti. Questo non significa stravolgere la propria vita e rinunciare alle proprie abitudini di vita, anzi, ma trovare il modo di adattarle in modo proficuo per l’ottenimento del risultato desiderato. Molte volte basta davvero poco per cambiare in meglio un’abitudine.
3)Terza riflessione
Riconoscere il proprio modo di funzionare
Ogni persona è diversa da un’altra e unica sotto ogni profilo: gusti, esigenze di orari, tempo a disposizione per sé stessi e potrei elencare altri cento aspetti… Le soluzioni che possono essere perfette per me possono essere pessime per un mio collega e appena passabili per la mia vicina di casa. Per questo motivo è indispensabile conoscere il proprio modo di funzionare e comunicarlo chiaramente nel momento in cui un professionista si presta a lavorare con noi. Una comunicazione chiara è una solida base sulla quale costruire un rapporto di collaborazione.
4)Quarta riflessione
Essere collaborativi
… e propositivi nel momento in cui viene presentata una soluzione. Ad esempio, momento in cui viene elaborato un piano alimentare è inevitabile che una parte di questo venga influenzata dal gusto personale di chi lo elabora, non c’è nulla di strano in questo. Può capitare, a volte, che le soluzioni proposte non si sentano proprie e in cuor nostro sappiamo che portarle avanti sarebbe solo una forzatura verso noi stessi. Le modifiche, in questo caso, è giusto chiederle e far si che vengano accolte. Lo scopo di seguire un percorso è quello di cambiare le proprie abitudini con abitudini migliori e far si che queste diventino parte integrante del proprio modo d’essere. Nessun cosa fatta controvoglia potrà mai diventare parte di una buona abitudine.
5)Quinta riflessione
Non aspettarsi miracoli
Non esiste alcuna dieta o ritrovato miracoloso, se vuoi il miracolo lavora per farlo accadere! Le strategie che si possono mettere in atto per ottenere il risultato desiderato sono davvero tantissime; per risolvere un problema c’è sempre più di una soluzione. Il fatto di non averla ancora trovata non significa che non esista! È compito del professionista trovarla ed è proprio dovere metterla in pratica nel modo corretto, altrimenti lo sforzo darà frutti solo in parte.
Conoscenza, competenza e creatività sono tre caratteristiche e mischiate assieme creano qualcosa di unico e originale esattamente come siamo noi, unici e originali.
