Cibi light: amici o nemici?

Il concetto di “leggerezza” viene utilizzato ampiamente quando si parla di alimenti e viene spesso volutamente sovrapposto all’idea che leggero sia sinonimo di ipocalorico. Le cose stanno veramente così o sono solo strategie di marketing? E poi: le versioni ipocaloriche degli alimenti favoriscono realmente il dimagrimento?

Ci sono vari punti di vista da analizzare e vedremo che non è sempre tutto bianco o nero…

Alimenti light: cosa sono?

Gli alimenti light sono tutti quegli alimenti che rispetto alla loro versione classica possono avere un contenuto di zuccheri o di grassi inferiore, quindi, in un certo senso, hanno un contenuto calorico inferiore. Gli alimenti light maggiormente diffusi appartengono soprattutto alla categoria dei derivati del latte (yogurt, formaggi…) oppure sono alimenti composti prevalentemente da carboidrati (marmellate, prodotti di pasticceria…).

I vantaggi

È un dato di fatto che, in alcuni casi, l’utilizzo di alimenti light possa giovare nello svolgimento di una dieta a basso o bassissimo contenuto calorico. A parità di porzione un alimento light fornisce meno energia; ci sono casi in cui anche una piccola manciata di calorie in meno può tornare utile. Pensiamo, ad esempio, a tutte quelle situazioni in cui il paziente ha una mobilità ridotta ma non riesca a svolgere attività fisica e allo stesso tempo abbia la forte necessità di dimagrire; in questo caso ogni astuzia che ci dia la possibilità di limare energia e favorire in un qualche modo la sazietà viene attuata. Non è vero quindi che in assoluto i cibi light siano da demonizzare però è altrettanto vero che bisogna conoscerli per poterli utilizzare in modo appropriato…

Gli svantaggi

Lo svantaggio principale che ha questo genere di alimento è quello confondere il consumatore e promuovere comportamenti alimentari diseducativi. Uno degli aspetti principali sui quali si lavora quando si opera un percorso di educazione alimentare è quello di saper riconoscere la porzione adeguata al nostro bisogno e saper gestire correttamente una frequenza di consumo. Inizialmente si può utilizzare la bilancia per misurare la porzione per poi, gradualmente, allenare sempre meglio il nostro occhio. Nel momento in cui si utilizzano alimenti light invece il comportamento che viene naturale adottare è quello di eccedere dalla porzione adeguata al nostro bisogno e, nella frequenza di consumo; praticamente di quell’alimento ne mangiamo di più e più spesso. Tutto il contrario di quello che dovremmo fare! 

Ecco una breve lista che dovremmo tenere a mente quando ci avviciniamo ad un alimento light:

  • Promuovono un comportamento alimentare diseducativo
  • Consumando porzioni più abbondanti e più di frequente tendono a far ingrassare
  • Hanno un sapore meno gradevole rispetto alla versione tradizionale
  • Spesso hanno costi più elevati
  • Spesso non sono ipocalorici come crediamo

L’ultimo punto è interessante da analizzare, vi lascio i valori medi per 100g di mozzarella di bufala, mozzarella vaccina e mozzarella vaccina light:

  • Bufala 288kcal, 24g di grassi, 17g di proteine
  • Vaccina 250kcal 20g di grassi, 19g di proteine, 1g di carboidrati
  • Vaccina light 160kcal, 9g di grassi, 18g di proteine, 1g di carboidrati

A tutti gli effetti un vantaggio considerevole da punto di vista dell’energia c’è ma la considerazione che dobbiamo fare è anche un’altra… Che sapore ha la versione light? Ne vale davvero la pena? 

Conclusioni

Solo noi siamo in grado di decidere se ne vale la pena o meno consumare questo genere di alimenti e la cosa migliore da fare è sempre quella di contestualizzare l’utilizzo di un prodotto. Ci potrà essere la volta in cui preferiremo saggiare l’esperienza di gustare il sapore pieno di un prodotto tradizionale e in quel caso sapremo che la porzione sarà meno generosa. Potrà esserci l’occasione in cui per noi sarà per noi meno rilevante l’esperienza sensoriale e preferiremo consumare una porzione più abbondante.

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