Gelato: consigli su come consumarlo senza rimpianti!

Gelato, amor mio! Che sia in cono o in coppetta, artigianale o confezionato al gelato, prima o poi, tutti soccombiamo. Ma qual’ è il modo corretto di inserirlo all’interno della nostra alimentazione? E quale gelato preferire? Meglio alla frutta? Fresco o confezionato? Vediamolo insieme!

Cos’è il gelato?

Il gelato è una preparazione a base di latte, zucchero, panna e preparati che possono essere a base di frutta oppure vere e proprie creme come zabaione o cioccolato.

Negli ultimi anni si sono sviluppate ricette per venire incontro alle esigenze dei consumatori, pertanto, si sono sviluppati gusti di gelato adatti alle persone che preferiscono assumere prodotti senza lattosio oppure veri e propri gelati che non prevedono in assoluto ingredienti di origine animali e così adatti allo stile di vita vegano.

Il gelato, per la sua composizione e normale utilizzo si tratta di un dolce, dobbiamo quindi pensarlo come un vero e proprio dessert.

Il gelato lo troviamo sia come prodotto fresco e artigianale sia come prodotto industriale confezionato, normalmente il primo più gustoso ma il secondo decisamente più pratico, il gelato confezionato lo troviamo infatti sia nei reparti del supermercato che nei bar.

Normalmente il gelato fresco artigianale ha una minore quantità di grassi e meno aria nella propria composizione mentre il gelato industriale è più grasso con più aria al proprio interno. Dal punto di vista nutrizionale sarebbe da preferire quello artigianale, prima di tirare le somme, però ci sono altre considerazioni da fare.

Frutta o creme? Artigianale o confezionato?

La differenza fra gelato alla frutta e gelato alla crema non è abissale, certamente il primo contiene meno grassi e, di conseguenza, meno energia ma la scelta è sempre personale. Fare una scelta dettata esclusivamente dall’apporto energetico di un cibo è la cosa più sbagliata che si possa fare, soprattutto quando si parla di un dessert!

Il mio consiglio è di scegliere il gusto che si preferisce facendo attenzione a non esagerare con le quantità: un gelato artigianale che abbia uno o due gusti andrà benissimo per togliersi il capriccio così come un cono o uno stecco confezionato.

Proprio perché si tratta di un dessert è corretto porre l’accento sulla parte ludica del cibo non tanto sull’aspetto nutrizionale, nessuno si metterebbe mai a disquisire sui valori nutrizionali di un tiramisù o di una panna cotta, e così, allo stesso modo, trattiamo il gelato.

Come consumarlo

Il modo più corretto di considerare un dessert è quello di riconoscerlo per quello che è e riconoscergli il giusto valore. In questo caso se si avrà voglia di consumarlo al pomeriggio o alla mattina allora questo sostituirà lo spuntino di metà pomeriggio o la merenda.

Allo stesso modo se lo consumeremo dopo cena sarà meglio evitare il fine pasto che siamo ( o non siamo) soliti consumare come, ad esempio, una porzione di frutta fresca o un pezzetto di cioccolata con il caffè.

Questo lo facciamo non perché il gelato abbia un apporto nutrizionale equivalente ad uno spuntino, a una merenda o un fine pasto ma lo facciamo poiché il gelato, in questo caso svolgerebbe la stessa funzione all’interno della nostra giornata alimentare.

Non si tratta quindi di un’equivalenza perfetta, anzi, ma si un modo collocare il gelato nel modo più equilibrato possibile senza esagerare.

Consigli

Quando si segue un regime alimentare per il controllo del peso spesso ci si pone la domanda: come mi debbo comportare prima/dopo che avrò mangiato il gelato? Debbo mangiare di meno al pasto successivo o addirittura saltarlo?

In questo caso la risposta è no, consiglio di non saltare i pasti e non fare compensazioni né in termini di alimentazione né in termini di esercizio fisico.

Consumare un gelato, o qualsiasi altro dessert, non deve, in alcun modo, essere correlato ad una situazione privativa/punitiva. Non c’è alcun male da riparare e alcuna pena da scontare nel farlo. Quello che bisogna fare, invece, è essere pienamente consapevoli che stiamo consumando un cibo “speciale”, non destinato al consumo frequente e dobbiamo così dargli valore. Nel momento in cui conferiamo valore ad un determinato cibo allora questo lo assume, in caso contrario resterà qualcosa di scontato e di poco conto. Allo stesso modo avrà poco senso scegliere l’alternativa più ipocalorica, a meno che questa non sia particolarmente gradita.

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