Ce ne sono di diversi tipi e ognuno di loro assolve a diversi scopi… C’è chi li usa, chi tende ad usarne un po’ troppo, chi proprio invece non li sopporta.
Integratori si, ma di che tipo?
Lo scopo principale di dell’integratore è quello di apportare al nostro organismo un nutriente (sia esso calorico o acalorico) che altrimenti risulterebbe carente.
Nello specifico possono essere apportati:
- Nutrienti energetici: proteine, carboidrati, grassi
- Nutrienti funzionali: fibre solubili e insolubili, vitamine, minerali
- Fermenti lattici per favorire/ristabilire la salute del microbiota
- Principi attivi per favorire il drenaggio di liquidi, il metabolismo dei grassi…
- Sostanze funzionali per favorire funzioni fisiologiche (sonno, tono dell’umore…)
- Sostanze funzionali per migliorare sintomi (gonfiore addominale, acidità e reflusso, colesterolo alto…)
Quando e perché usare integratori
Partiamo facendo una premessa: l’integrazione non è una cosa da prendere alla leggera e deve essere svolta in modo appropriato. Assumere integratori di propria iniziativa può avere effetti collaterali anche gravi.
Facciamo un esempio pratico: nel caso in cui vi sia assenza di patologia e la propria alimentazione sia varia ed equilibrata con tutta probabilità non avremo bisogno di integrare alcunché. La migliore integrazione è proprio quella che riusciamo ad effettuare mediante ciò che mangiamo ma anche attraverso ciò che beviamo. Proprio l’acqua può ad essere un ottimo integratore non solo di sali minerali ma anche di bicarbonati favorendo quindi l’equilibrio elettrolitico e l’alcalinizzazione del pH sanguingno.
Se invece ci troviamo in una condizione dove lo stato di salute è compromesso o per altri motivi non è possibile avere uno stile alimentare vario ed equilibrato ecco che in questo caso l’integrazione, sempre se volta con cognizione di causa, sarà preziosa alleata per migliorare il nostro stato di salute.
Così come l’uso di integratori è caldamente consigliato nel momento in cui ci sono quadri di alterata lipemia (colesterolo alto, trigliceridi alti) e non si vuole ancora ricorrere all’uso di farmaci.
Ecco che in questi casi l’integrazione svolge il suo ruolo pienamente: non per moda ma per promuovere a tutti gli effetti lo stato di salute dell’individuo.
Quando è bene non usarli
Rimarcando il concetto che l’integrazione deve essere effettuata in modo appropriato questa è appannaggio esclusivo del medico e del nutrizionista. Il motivo è molto semplice: il medico conosce lo stato di salute del paziente ed è sua responsabilità la prescrizione di terapia mediante farmaci e/o integratori. Il nutrizionista ha tutte le competenze necessarie per valutare eventuali carenze alimentari e operare opportuna integrazione così come può consigliare l’utilizzo di integratori di sostanze funzionali.
Detto ciò, è bene mettere in guardia dal fatto che possono verificarsi spiacevoli effetti legati al sovradosaggio di alcune vitamine, soprattutto vitamine liposolubili, come la vitamina A, effetti quali:
- Mal di testa
- Nervosismo
- Diarrea
- Vertigini
- Nausea e vomito
Certo che andare in ipervitaminosi non è immediato e non è nemmeno così facile, bisogna assumere quantità ingenti di vitamina A. Ciò che si vuole trasmettere è che il rischio di farsi del male, anche seriamente, è reale.
Per quanto le vitamine idrosolubili quelle in eccesso vengono eliminate attraverso il sistema renale. Assumerne in dosi eccessive vorrebbe dire, in senso stretto, gettarle nel gabinetto.