Pesare o non pesare gli alimenti?

Questo è il dilemma…

Il mondo della nutrizione si divide quando si parla di pesare gli alimenti. C’è chi è a favore e non tollera alcuna sbavatura sulla porzione assegnata nella dieta chi, invece, utilizza solamente unità di misura casalinghe (cucchiai,bicchieri…).

Qual è il metodo più efficace… sul lungo periodo?

Perché per valutare la bontà di una strategia dobbiamo sempre effettuare una valutazione sia sul breve che sul medio e lungo termine…

I vantaggi della porzione pesata

È doveroso iniziare con una considerazione che ha solide radici nel metodo scientifico: senza una misura, più o meno precisa, non possiamo conoscere i valori nutrizionali della porzione che stiamo valutando. Non a caso i valori nutrizionali vengono espressi utilizzando come riferimento la quantità di 100g, si tratta di una misura molto precisa. Quando utilizziamo le grammature, ci troviamo quindi ad effettuare le pesate degli alimenti e in questo modo sappiamo con assoluta certezza i valori nutrizionali degli alimenti che stiamo andando a preparare.

Per contro quindi nel momento in cui non pesiamo e utilizziamo unità di misura casalinghe la misura diviene imprecisa e non riusciamo più a conoscere con precisione i valori nutrizionali degli alimenti.

Gli svantaggi

Nel momento in cui ci ritroviamo a dover pesare ogni singolo alimento in modo ripetuto rispettando in modo rigido delle porzioni ciò che a cui andiamo incontro sono

  • Sensazione di noia durante la preparazione dei cibi
  • Senso di alienazione 
  • Sviluppo di comportamenti ossessivi nei confronti del cibo

Al contrario utilizzando unità di misura casalinghe l’atto di preparare i cibi e organizzarsi le porzioni diviene molto più comodo e veloce. Anche a livello psicologico, ci porta a sostenere la dieta o il processo di educazione alimentare in modo più leggero.

Quale strategia è la migliore?

Entrambe lo sono ma solo se riusciamo ad integrarle in modo armonioso fra di loro e all’interno del percorso del paziente. E non è impresa facile… Il motivo principale è dato dal fatto che nel nostro Bel Paese, contrariamente ai paesi anglosassoni, non esistono misure standard per gli utensili e gli strumenti da cucina: il nostro cucchiaio può essere più o meno grande di quello del nostro vicino di casa e questo vale anche per i mestoli, i piatti, i bicchieri… Partire quindi dalle misure casalinghe per costruire un piano alimentare potrebbe essere rischioso per la buona riuscita del percorso. 

Concludendo…

A mio avviso il modo migliore per integrare le due strategie è quello di partire inizialmente con le pesate degli alimenti in modo tale da potersi rendere conto di quanto possono pesare una mela, una pera… In questo modo alleniamo il nostro occhio a riconoscere la porzione anche utilizzando gli strumenti che abbiamo in casa: mestoli, terrine, bicchieri… Bene o male useremo sempre quegli utensili e quelle stoviglie quindi perché non sfruttare questa comodità? 

Integrando in questo modo le due strategie avremo i vantaggi di entrambe ed eviteremo gli svantaggi. Dovremo solo avere cura di riprendere in mano la bilancia ogni tanto per operare una sorta di “taratura” delle nostre porzioni. Se necessitano di taratura periodica strumenti precisissimi figuriamoci il nostro occhio che proprio preciso preciso non è… Anche perché dobbiamo considerare che soprattutto quando un cibo ci piace molto è inevitabile essere indulgenti con sé stessi. Proprio in questi casi dobbiamo invece prestare più attenzione altrimenti rischiamo di vanificare il buon lavoro fatto fino a quel momento.

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